mercoledì 3 luglio 2013

Appunto 1



 Tempo fa ho letto, in "A Montmartre ai tempi di Picasso" di Jean-Paul Crespelle, nel capitolo "Le serate al Lapin Agile": " ...Charles Dullin che invece crepava veramente di fame era autorizzato a chiedere la carità col cappello dopo aver recitato versi di Baudelaire o di Verlaine. Berthe, la moglie di Frédé, gli dava un grosso sandwich con le rillettes garantendosi così che non avesse la pancia vuota fino all'indomani. Nel corso della giornata talvolta lo sfortunato si rassegnava a imitare le cantanti di strada e ad andare nei cortili a recitare poesie raccogliendo le poche monete di bronzo che gli lanciavano dalle finestre. In un periodo di estrema miseria lo si vide declamare nella gabbia dei leoni di un domatore alla festa de Neuilly. Esercizio pericoloso che gli faceva guadagnare cinque franchi a sera. Coloro che lo udirono assicurano che la sua voce copriva i ruggiti delle belve."
Dullin, il grande attore e maestro formidabile, con allievi come Artaud e Barrault! Quindi, quando mi ripenso un po' eroico per i miei trascorsi di attore scavalcamontagne, per annullare o almeno ridimensionare questa mia immagine improbabile, riporto alla memoria questo fatto. 

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