Trilogia con
maschere
L'orma, la
spada, la luna!
Sileno e i
gusci
Concertino da
scarsella
Appassionarsi alla Commedia
dell'Arte è frequente fra i teatranti. Per un attore che si è cimentato nel
ruolo di Arlecchino, (pur se in brevi esperienze ed è il mio caso), credo sia
ineluttabile,. Questa passione mi ha portato ad appropriarmi delle maschere
non certo per un impossibile rifacimento di stilemi e tecniche d'allora ma
perché le sento ancora vive, capaci di offrirci moduli espressivi utili a
cogliere, e rendere in palcoscenico, particolari angolazioni della nostra
realtà di oggi.
Ecco
un brano per testo:
L’orma, la spada, la luna!
Due tempi
Personaggi: Arlecchino
–Ventagliere - Salice Piangente - 1°
Incappucciato -
2°
Incappucciato – Aribù – Pulcinella – Pierrot – Colombina - Araba Fenice
1° TEMPO
(Luminosissima
notte di luna)
Arlecchino L’orma, l’orma! L’orma non c’è!
Non c’è più
l’orma! Perché?
Chi mi nasconde
l’orma?
Questo è il mio
piede? È.
Questa è la terra?
È. (Posa con forza il piede per terra e
lo
Ho perso l’orma, l’ho persa,
risolleva)
Ma l’orma dov'è?
Ho perso l’orma, l’ho persa,
oh disgraziato me!
Camminando sul
filo della spada
forse l’ho offesa
e non vuol più
saperne di me.
O è rimasta sulla
luna
quando giocavo
lassù?
Orma, orma, vieni
giù!
No, non risponde,
non c’è.
Luna, ne sai
qualcosa tu?
Eh già, tu dici
che…
No, sì, l’ho
posata
prima di salir
sull’onda
ma l’ho raccolta
poi, con cura,
ché so che l’orma
mia
solo con me è
sicura.
Taci, sta’ zitta
luna,
se non mi puoi
aiutare
non piangermi
sventura.
So piangere da me.
Anzi, no che non
so! (Ci prova)
Ih ih ih ih.
Oh oh oh oh. (Fa il gesto di mescolare)
Oh ih oh ih. (Non convinto ci riprova)
Ih oh ih oh.
Questo è un
raglio…
che sennò!
Va bene, non so piangere,
però posso
arrabbiarmi.
So diventare
furia,
uccidere
senz’armi.
Chi mi nasconde
l’orma?
Su, chi me l’ha
rubata?
Di quel vigliacco
tristo
ne faccio
marmellata.
Nessuno mi
risponde.
Gli ho fatto, sì,
paura!
Eh già, che bestia
sono!
Non devo far paura
ma sembrar dolce e
buono.
Con chi? Non c’è
nessuno.
Devo cercare
l’orma,
sennò della mia
vita
non resterà alcun
segno.
Chi me l’avrà
rapita?
Bussiamo a questa
porta,
ché forse qui
qualcuno
saprà come
aiutarmi.
Ma prima qui non
c’era! (La tocca)
Eppure sembra
vera. (Riprova l’orma)
Un’orma se ne va
e viene qui una porta. Mah! (Bussa)
Ventagliere (Da dietro la porta)
Chi bussa a questa porta?
Arlecchino Amici.
Ventagliere Amici di chi?
Arlecchino Non so…di tutti.
Ventagliere Quanti amici siete?
Arlecchino Uno.
Ventagliere Uno e mentitore.
Arlecchino No, non sempre almeno.
Ventagliere Perché ti dici amico?
Arlecchino Perché vengo in amicizia.
Ventagliere È una buona ragione. (Apre la porta e lo si vede sulla
soglia) Chi sei?
Arlecchino Arlecchino.
……………………………………………….
Sileno e i gusci
In un atto
Personaggi:
Un’Attrice
– che è Colombina Principessa di Burgolandia)
Un Attore – che sarà di volta in volta: Scapino (Cameriere Minore in Burgolandia), Arginolfo (Re di Burgolandia), Tisana (Speziale
in Burgolandia),
2° Armigero (di Landeburgo), Fantesca (di Burgolandia)
Un
Attore – che sarà di volta in volta: Pierrot (Maggiordomo Maggiore in Burgolandia), Belisario (Re di Landeburgo), Dottor Graziano (Luminare in Burgolandia), 1° Armigero (di Landeburgo), un Cuoco (di Burgolandia)
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Scapino
– (entrando) Principessa, cambiamo gioco!
Colombina
– No che non
voglio cambiare. Ho la soluzione quasi nelle mani.
Scapino
– Le mani le
perderai con tutto il tuo corpo intero, se non cerchiamo di fuggire da
Burgolandia.
Colombina
– Ma che dici!
Cosa succede?
Scapino
– Belisario, quel
maledetto rudere, ha diffidato. Si è arrabbiato per la dote...si è arrabbiato
per tuo padre...insomma, si è arrabbiato. Ha dichiarato guerra, tu sarai il suo
bottino con Burgolandia intera.
Colombina
– Meglio. Lo
faremo morire di risate e sarò regina di Landeburgo e Burgolandia insieme.
Scapino
– Se già possiede
Burgolandia non gli servi come moglie. Sarai solo preda di guerra.
Colombina
– Quest’argomento
mi convince, fuggiamo.
Scapino
– È facile dirlo,
principessa. Stanno già circondando il palazzo.
Colombina
– Affrontali!
Scapino
– Uhi, sono
bellicoso da legnate, non guerriero di spade!
Colombina
– Trova un modo,
te lo ordino!
Scapino
– Pierrot conosce
il palazzo e Burgolandia intera in tutti i suoi passaggi, cunicoli e vie. Vado
a prenderlo in cantina, ci porterà fuori di qui. Torno subito. (esce)
Colombina
– Che divertente,
oggi non mi sto annoiando! Quasi quasi mi è simpatica perfino Giuseppa. (fracasso in quinta) La battaglia si
avvicina. Anzi, è già qui. (si nasconde
come può)
(entrano due armigeri)
1°
Armigero – Sventra,
saccheggia, brucia, per l’onore di Landeburgo!!!
(fracasso
esterno)
2°
Armigero – Beh...!
Un seggiolone e una sedia,...cosa vuoi saccheggiare! Qui l’onore è per le
natiche! Dove saranno le cucine?...ché a me le battaglie danno un languore! (se ne va annusando l’aria)
1°
Armigero – Chi
cerca trova. Qui, per me, gatta ci cova! (scova
Colombina) Oh santi proverbi di mia nonna! Questa è la cucina che fa per
me. Ecco qui una pollastrella. Adesso l’arrostisco allo spiedo!
Colombina
– Ma va là,
boccolotto. (con uno spintone lo spedisce
di traverso sul trono) Prendere per pollastrella una squisitezza da
dessert! Molliccio ignorante, dimmi un po’, sono carina?
Arginolfo
– (entrando) Chi?! Chi!?
Colombina
– (epica) Oh, padre e salvatore!
Arginolfo
– Chi è
l’usurpatore? Il trono è mio. Appoggia i tuoi fondelli nel letame, bestiaccia!
(scaraventa l’armigero fuori scena)
Colombina
– Aspetta
paparino, non mi ha risposto ancora! Aveva l’aria d’intenditore:
Arginolfo
– (mentre si siede sul trono) Il trono è
mio. (si rialza di scatto) Beeeeeh,
culatta calda quel lanzo! È meglio che metta il trono al sicuro. (lo solleva ed esce portandoselo via)
Colombina
– (gli grida dietro) Papà, mi pianti qui
così?! Non puoi mettere al sicuro anche me? (fra se) Sì, addio! E sta attento agli spifferi!
Arginolfo
– (cacciando
solo la testa in scena, per poi
risparire)
Grazie cara, abbi cura di te.
Belisario
– (da
fuori, mentre Colombina torna a nascondersi) Dov’é? Dov’è Arginolfo? Dov’è il trono di
Burgolandia? (entra con un enorme spadone)
Sarò io il Re che ...(trova il vuoto e si
affloscia. Si aggira faticosamente cercando Colombina, il trono, o comunque
qualunque cosa che lo soddisfi)
...Ca-ra-cà-petepè-rabre-do-si-na-ra-ga-garu-patapumf-cicì-la-do (esce di scena. Poi un tempo di vuoto)
Colombina
– (fa capolino) Nessuno. Scampato pericolo.
E Pierrot che non viene! Perché? Dice di amarmi, l’infingardo! Lo faccio
gettare nella calce viva!
Un
cuoco – (con una zuppiera in mano, attraversa di
corsa la scena inseguito dal 2° Armigero)
2°
Armigero – Ma dove
scappi, dove scappi...fermati! Voglio solo qualche ricetta. Non aver
paura...su...da bravo...fermati!!! (via)
Colombina
– Svelto, svelto
Pierrot, siamo già al saccheggio!
Una
Fantesca – (attraversa scappando, inseguita dal 1°
Armigero)
1°
Armigero – Aspetta,
non correre, non temere cara, non hai capito...è solo uno sbrendolo da
ricucire! Sai, le battaglie sciupano. Non correre. (via)
Colombina
– Muoviti, muoviti
Pierrot! Qui il gioco si fa pesante. Se non ti sbrighi ti faccio cavare gli
occhi, li metto sottaceto e te li faccio mangiare come stuzzichino.
Dottor
Graziano – (attraversa la scena inseguito da un armigero)
No, no, no...lei si sbaglia signor soldato! Il diritto di saccheggio non
comprende la rapina ad un singolo individuo.
Armigero
– O la borsa o la
vita. Anzi...la borsa e la vita...À la guerre comme à la guerre. (Via)
Colombina
– Oh, insomma...è
la mia stanza o la strada maestra? Un po’ di riguardo...guerra o non guerra
sono sempre una principessa!...Fatemi diventare regina...li aggiusto io tutti
per benino, petalo per petalo, questi fiorellini di campo!
Arginolfo
– (entra ansimante con il trono che posa a
terra e vi si siede) Eh no, il fiato lo devo tirare...non ho più l’età...se
no tiro le cuoia!
Colombina
– Ce la caviamo,
paparino maestà? Le nostre truppe reggono?
Arginolfo
– Non lo so, ma le
trippe fan fatica.
Colombina
– Se sono regie
devono reggere eroicamente.
Arginolfo
– Ma tu non dovevi
occuparti della biancheria!?
Belisario
– (entra trascinando lo spadone)
Ca-ca-ca-nevepe-terepé...(vede Arginolfo
e solleva lo spadone con enorme sforzo) Nnnnnnnnnn.....
Arginolfo
– Ah, ho una
faccenda della massima importanza! (fugge con il trono)
Belisario
– (non regge lo spadone inalberato che lo
trascina a sedersi di schianto sulla sedia. Boccheggia.)
Colombina
– Quali nuove caro
sposo? Vi state allenando per il talamo?
……………………………………………….
CONCERTINO DA SCARSELLA
Atto unico
Per radiofonia
Personaggi: Colombina
– Pierrot – Arlecchino – Pulcinella –
Capitano Stocco
– Dottor Graziano - Pantalone
(In
una radura)
Colombina – Basta,
basta!
Arlecchino
– Basta cosa?
Colombina
– Basta e basta.
Arlecchino
– Eh no, il basta
non basta se non so di cosa basta!
Colombina
– Diventi
difficile. Cosa fai, pensi? Ma chi ti credi di essere?!
Arlecchino
– Poca cosa, o
forse tanta. Quello che ero ieri e che spero essere domani.
Colombina
– Zitto! Ieri...?
Ieri! Arlecchino, cos’è stato ieri? Perché c’è stato uno ieri, vero? Su,
dimmelo, non lasciarmi pungere da questa spina!
Arlecchino
– Ma quale spina?!
Ieri...
Colombina
– Vedi che c’è
stato? Lo sai. Lo sai benissimo e non vuoi parlarmene. Sei perfido. E ottuso.
Arlecchino
– Oh, oh, oh!!!
C’è stato uno ieri e un altrieri. Ogni avantieri ha avuto uno ieri, giù giù
indietro fino alla nascita. Ogni nato ha un passato. Il presente è l’evidente.
Sul futuro mio non giuro, sono nato scollocato. Colombina, mi hai stufato!
Colombina
– Quando rispondi
per le rime sei carino. Patetico. Sembri un’aringa affumicata che blatera da
uno scanno d’Ateneo. Già, le aringhe...perché le affumicano?
Arlecchino
– Per far loro
dimenticare il mare. Come potremmo masticarle piene di ricordi?
Colombina
– Ricordi,
ricordi...dimenticare. Io non ho ricordi, perché? Li voglio! Ne voglio tanti da
farmene una collana di sette giri.
Arlecchino
– Già, hai il
collo lungo. E la testa leggera.
Colombina
– Perché ho
dimenticato, vero? Ho dimenticato tutto? Dimmi che ho dimenticato.
Arlecchino
– Noi
non dimentichiamo. Non abbiamo mai nulla da dimenticare. Siamo maschere,
Colombina.
Colombina
– Va bene,
maschere, e allora? Una faccia ce l’ho, e neanche male. Cioè è bellissima. E ho
un cuore che galoppa, fra le stoppie o nella steppa. E provo brividi alla
schiena e prurito fra gl’inguini quando sono con Pierrot. E rido, rido di gusto
sul muso di Pulcinella quando mi fa la corte da gradasso. E mi piacciono le
nespole, le amarene, il succo d’uva e il fricandò. E mi arrabbio come un
istrice se...
Arlecchino
– E...e...e...alla
fine di tutte le tue “e” restiamo maschere.
Colombina
– Non spiega
niente. Non capisci? Svegliati, su, trovami dei ricordi,
tanti...belli...emozionanti...! Datti da fare, Arlecchino. Via!
Arlecchino
– Quando una mucca
mangia radicchio, il prato arrossa dalla vergogna. È allora che i notai giocano
a scacchi con Soreghina la figlia del Sol. Chi vede il sole a scacchi, se è
contento è becco. Mai fidarsi del beccaio, nemmeno nell’ora di vespro. Chi
canta vespro guardandosi i piedi, ha l’anima strabica. C’è chi è strabico per
convenienza e se la prende con il boia. Ti hanno mai detto che il nodo scorsoio
fa un solletico sospetto? ……………………………………………………………
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