martedì 2 luglio 2013

VERBIGRAZIA - Dialoghi impropri


In questo blog di scritti e appunti darò anche notizia dei miei testi teatrali e ne riporterò qualche pagina. Chi fosse interessato a conoscere uno o più testi completi è pregato di farmelo sapere.

VERBIGRAZIA - Dialoghi impropri

Si articola in quattro dialoghi fra due personaggi di volta in volta diversi in situazioni di volta in volta diverse.
 
Con il titolo Dialoghi Impropri  fu prodotto e trasmesso da RAI-Radio3 nel 1994 per la regia di Luigi Durissi, interpreti Roberto Herlitzka e Paolo Bonacelli.

 Rinominato Verbigrazia è stato rappresentato per la prima volta il 23 marzo 1999 presso la Cascina del Parco Gallo, a Brescia.
Interpreti: Piero Domenicaccio e Daniele Squassina.
È stato ampliato in seguito con l'aggiunta del personaggio Melodicente, interpretato da Rita Costa.
Ecco una pagina per dialogo:

UN FIUME



Personaggi
Il pescatore
Il curioso



(In riva a un fiume)
CuriosoDisturbo?
Pescatore – Spero di no.
Curioso – Si pesca bene qui?
Pescatore – Dipende.
Curioso – Cos’ha preso finora?
Pescatore – Nulla.
Curioso – E’ qui da molto?
Pescatore – Molto.
Curioso – Beh, è paziente !
Pescatore – No. Perché?
Curioso – Dicevo così...mi scusi. La sua lenza non ha il galleggiante, non lo usa?
Pescatore – No.
Curioso – Strano. Quando i pesci abboccano come fa ad accorgersene?
Pescatore – Ognuno ha i suoi sistemi.
Curioso Già, ma c’è sistema e sistema. Ho sempre visto usare il galleggiante; e funziona!
Pescatore – Lei se ne intende di pesci? E’ pescatore, cuoco, ittiologo, pescivendolo?
Curioso – No, no; né l’uno né l’altro né l’altro. Né l’altro.
Pescatore – Ecco.
Curioso – Ma ho visto spesso pescare, sa! Sono curioso io.
Pescatore – Davvero?
Curioso – Sì, mi piace veder fare.
Pescatore – E basta?
Curioso – No. Parlare anche, chiedere a chi fa perché e come lo fa.
Pescatore – Ma guarda!
Curioso – Le pare poco?
Pescatore – Contento lei!
Curioso – Contento sì! Per me è importante, importantissimo. E non solo per me, lo è anche per chi fa.
Pescatore – Può darsi, se lo dice lei...
Curioso – Ma certo. Chi prova piacere nel fare lo raddoppia nel raccontare. Nello spiegarlo il suo fare lievita, si espande, deborda direi, si illumina, acquista aspetti insospettati anche per lui, e il piacere può diventare godimento, a volte anche estasi.
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AH, MA LEI E’ UN INDOVINO?




Personaggi
L’indovino
Il cliente





Indovino – Venga avanti, non sia timido, si accomodi.
Cliente – Grazie, di solito non sono timido, almeno credo.
Indovino – Non si spaventi, è così per tutti quando vengono per la prima volta dall’indovino.
Cliente – Ah, ma lei è un indovino?
Indovino – Sì, non lo sapeva, è venuto forse per sbaglio?
Cliente – Pensavo fosse un mago.
Indovino – Io sono un professionista serio. Esistono solo prestigiatori e indovini. Se qualcuno si definisce mago è un ciarlatano.
Cliente – Peccato.
Indovino – Cosa?
Cliente – Che non esistano maghi.
Indovino – Se le occorre un indovino sono a sua disposizione, se no quella è la porta, addio.
Cliente – A me servirebbe un mago ma se lei dice che non ne esistono...
Indovino – Allora?
Cliente – Ma quante domande fa. Per un indovino non è una buona credenziale.
Indovino – Senta, non mi scocci, le ho già detto che quella è la porta.
Cliente – Lo vedo da me.
Indovino – E allora la usi, se ne vada.
Cliente – No, aspetti. Io pensavo proprio il contrario, che i maghi esistessero e gli indovini fossero finti. Invece lei dice che... me lo garantisce?
Indovino – Non si permetta di prendermi in giro, sa!
Cliente – Ma no, si calmi, non la sto prendendo in giro. Per gli illusionisti e prestigiatori non avevo dubbi; il trucco c’è ma non si vede ed è proprio questo che li qualifica. Contavo sull’esistenza dei maghi e ignoravo, anzi non credevo a quella degli indovini, mentre lei sostiene... permetta che io sia un po’ confuso!
Indovino – E va bene, permetto.
Cliente – Grazie. Ma sia così gentile da aiutarmi a uscire da questa confusione.
Indovino – Senta, per me il tempo è denaro...
Cliente – Davvero? Lei è fortunato! Per me qualsiasi tempo è sempre sprovvisto di denaro.
Indovino – Perché non è capace d’usarlo, evidentemente.


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IL PRINCIPIO



Personaggi
1° signore
2° signore





1° Signore – E’ da tanto che non passa il 15?
2° Signore – Io sono qui da tre minuti.
1° Signore – E con ciò?
2° Signore – Come, con ciò?
1° Signore – Ho chiesto se è da tanto che non passa il 15. Di lei non voglio sapere niente, non sono un ficcanaso.
2° Signore – Le ripeto, io sono qui da tre minuti e in questi tre minuti non è passato. Aspetto anch’io il 15.
1° Signore – Grazie. Ma le ho forse chiesto cosa fa?
2° Signore – No, infatti.
1° Signore – E allora!?
2° Signore – Mi scusi ma mi è venuto spontaneo; lei mi ha interpellato...una parola di più non credo che guasti.
1° Signore – Creda quello che vuole, io negli affari degli altri non voglio entrarci.
2° Signore – Ma non sono affari, sono bazzecole. Non le ho fatto una dichiarazione di fede.
1° Signore – Già, già, si comincia sempre così, qualche parola in più e si finisce col raccontare la vita intima persino della zia Caterina.
2° Signore – Non ho una zia Caterina, anzi non ho nessuna zia.
1° Signore – Ecco, vede! Siamo già alla sua famiglia.
2° Signore – Ma se è lei che me le tira fuori le parole!
1° Signore – Io? Io sono la discrezione in persona!
2° Signore – Sarà!
1° Signore – Come, ne dubita? Eppure glie l’ho detto e ripetuto che non sono un ficcanaso, non voglio sapere i fatti degli altri.
2° Signore – Però racconta i suoi.
1° Signore – Io? Racconto i fatti miei?
2° Signore – Sì, e al primo venuto.
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IL PERCORSO




Personaggi
Il percorsista
L’aiutante



Percorsista – Hai segnato? 
 Aiutante – No
Percorsista - Come no!
 Aiutante – No, non ho segnato.
Percorsista – Se non dovevi fare altro che segnare!
Aiutante – Lo so, ma non ci sono riuscito.
Percorsista – Ma è così semplice!
Aiutante – Lo dici tu!
Percorsista – Scusa: io cammino, tu mi segui, dove io faccio un angolo tu pianti un paletto. Tutto qui.
Aiutante – E ti pare semplice?
Percorsista – Dammi un paletto. Guarda, hai visto...è un terreno morbido come il burro, dov’è la difficoltà?
Aiutante – Non è nel terreno.
Percorsista – Nemmeno nei paletti.
Aiutante – No, nemmeno nei paletti.
Percorsista – Allora dov’è?
Aiutante – Negli angoli.
Percorsista – Come negli angoli?
Aiutante – Forse non abbiamo lo stesso concetto di angolo.
Percorsista – Sentiamo: qual è il tuo concetto di angolo?
Aiutante – Dunque...Quando due linee rette si incrociano formano quattro angoli.
Percorsista – E con ciò?
Aiutante – Come, con ciò? 
Percorsista – Tu parli di quattro angoli, ma cos’è “un” angolo? 
Aiutante – Dunque...Quando due linee rette si incrociano formano quattro angoli. Ognuno dei quattro è un angolo.
Percorsista – Per te, questo, sarebbe il concetto di angolo?
Aiutante – Sì.
Percorsista – No.
Aiutante – Lo vedi che non abbiamo lo stesso concetto di angolo?
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